19 aprile 2025 - 21:01
Source: ABNA24
Le recenti dichiarazioni del presidente libanese sono un insulto all'Al-Hashd al-Shaabi

L'Ayatollah Sidi Yassin Mousavi, nella sua sermone del venerdì a Baghdad, facendo riferimento agli sforzi degli Stati Uniti e di Israele per indebolire il potere sciita in Libano attraverso il targeting delle armi di Hezbollah, ha definito le dichiarazioni del presidente libanese Joseph Aoun, che aveva chiesto di non ripetere l'esperienza dell'Al-Hashd al-Shaabi, un insulto a questa forza difensiva.

Secondo l’Agenzia Internazionale di Notizie AhlulBayt (ABNA), l’Ayatollah Sidi Yassin Mousavi, imam del venerdì di Baghdad e rinomato studioso del seminario di Najaf, durante il sermone politico del venerdì ha analizzato gli ultimi sviluppi regionali ed espresso preoccupazione per le interferenze straniere negli affari interni dell’Iraq. Ha sottolineato che l’attacco all’unità sciita e all’asse della resistenza è una linea rossa che non può essere superata.

Il rinomato studioso di Najaf, riferendosi agli sforzi di Stati Uniti e Israele per indebolire il potere sciita in Libano attraverso il targeting delle armi di Hezbollah, ha definito le dichiarazioni del presidente libanese Joseph Aoun, che aveva chiesto di non ripetere l’esperienza dell’Al-Hashd al-Shaabi, un insulto a questa forza difensiva.

Ha sostenuto la posizione del Ministero degli Esteri iracheno nel convocare l’ambasciatore libanese per chiarimenti su tali dichiarazioni, affermando: "Questa azione è una risposta appropriata all’insulto rivolto all’Al-Hashd al-Shaabi." Ha inoltre definito i tentativi delle autorità libanesi di giustificare tali parole come un "peggioramento della situazione".

Proseguendo, l’Ayatollah Mousavi ha dichiarato che l’ambiente politico libanese è completamente sotto l’influenza di Stati Uniti e Israele, citando figure come Joseph Aoun e Nawaf Salam, e ha aggiunto che le crisi interne del Libano riguardano i libanesi stessi, senza alcuna interferenza da parte dell’Iraq.

Riferendosi agli ingenti aiuti forniti dall’Iraq al Libano, ha accusato alcuni funzionari libanesi di ingratitudine, sottolineando che tali aiuti sono stati offerti esclusivamente per la presenza degli sciiti libanesi e per i legami spirituali e fraterni tra loro e il popolo iracheno.

L’Ayatollah Mousavi, in un’altra parte del suo discorso, ha criticato le politiche interne del governo e, rivolgendosi al primo ministro Mohammed Shia’ al-Sudani, ha detto: “Sei andato in Gran Bretagna e hai firmato accordi di cui nessuno parla. Ma il popolo iracheno è consapevole e non si lascia ingannare facilmente.”

Sul dossier del Khor Abdullah, ha rivelato l’esistenza di documenti e informazioni su somme e conti legati a questo accordo, esortando il governo a rispettare la decisione della Corte Suprema Federale che ha sospeso l’accordo e a difendere i diritti acquatici e marittimi dell’Iraq.

L’imam del venerdì di Baghdad ha poi criticato duramente le politiche del governo nei confronti della Turchia, affermando: “La delegazione irachena ha concesso vantaggi fondamentali senza ottenere nulla in cambio.” Ha messo in guardia contro il cosiddetto corridoio “Dawud”, che, secondo lui, è legato nelle credenze talmudiche all’avvento dell’Anticristo, considerandolo una minaccia per la sicurezza dell’Iraq.

L’Ayatollah Mousavi ha anche affrontato la questione della scarsità d’acqua in Iraq, attribuendo la siccità del fiume Tigri e il disastro ambientale alle azioni della Turchia nel tagliare le risorse idriche.

Ha descritto l’attuale governo siriano come “settario e una minaccia per la sicurezza dell’Iraq”, sottolineando la necessità di definire relazioni trasparenti e basate sugli interessi nazionali tra i due paesi.

L’Ayatollah Mousavi ha inoltre criticato aspramente l’invito ad “al-Joulani” a visitare l’Iraq, definendolo un insulto evidente alle famiglie dei martiri e al popolo iracheno. Rivolgendosi al primo ministro, ha detto: “Se quest’uomo, che ha preso di mira i pellegrini di Karbala, entrerà in Iraq, porterò la tua lamentela all’Amir al-Mu’minin e all’Imam Hussein, pace su di loro.”

Sottolineando che “il potere sciita e l’asse della resistenza sono una linea rossa”, ha chiesto al popolo di rimanere vigile e di opporsi a qualsiasi mancanza nel preservare la dignità e la sovranità nazionale.L’Ayatollah Mousavi ha concluso: “Non accettiamo una politica che conceda solo agli altri e non ottenga nulla in cambio. L’Iraq è troppo grande per diventare una pedina nelle mani degli stranieri. Rispettate il sangue dei martiri e la consapevolezza del popolo.”

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